RESIDUA POSSIBILITA' DI UTILIZZAZIONE

La possibilità di utilizzazione di un bene dipende dalla durata economica dello stesso e non dalla durata fisica del medesimo. Ciò significa anche che periodicamente la durata di utilizzo di ongi bene deve essere rivista considerando nella specifica impresa la sua effettiva utilità.
Normalmente la durata economica è diversa dalla durata fisica per vari motivi quali il diverso deterioramento fisico legato al tempo, il maggior o minor grado di utilizzo , l'esperienza della durata economica sia dell'impresa che del settore di appartenenza, la correlazione con altri cespiti, i fattori ambientali, le condizioni di utilizzo (i maggiori o minori turni di produzione, il livello tecnico del personale addetto, i luoghi in cui sono utilizzati i beni e quindi maggiore o minore usura), le politiche di manutenzione.

Nella pratica spesso succede che le imprese utilizzino i coefficienti fiscali d'ammortamento in quanto si presume approssimino la vita utile dei cespiti. Questi coefficienti non sono di per sé sufficienti a rappresentare la vita utile dei beni: è necessario verificare la possibilità di utilizzazione di ogni cespite. Il fatto che gli ammortamenti siano considerati fiscalmente deducibili non significa che siano rappresentativi della residua possibilità di utilizzo dei beni stessi.

Benchè la residua possibilità di utilizzo dei cespiti dipenda da vari fattori, l'ammortamento è un costo ricorrente che va completamente rilevato in contabilità indipendentemente dal risultato d'esercizio atteso o dall'effettivo utilizzo nei volumi previsti. Ogni volta che si verifichino cambiamenti tali da richiedere una modifica delle stime effettuate per rideterminare la vita utile residua, il valore contabile residuo alla data (valore originario al netto degli ammortamenti fino ad allora effettuati) va ripartito sulla nuova vita utile residua del cespite e tale modifica va motivata nella nota integrativa.